Nel 2017, decidere di tenere un blog non è certo una scelta d’avanguardia. E allora perché lo faccio? Perché faccio l’interprete.
Quando mi presento con “ciao, sono Giulia e faccio l’interprete”, questo titolo genera quasi sempre confusione.
Nel peggiore dei casi, vengo scambiata per un’attrice, una cantante o una doppiatrice: mestieri bellissimi ma che non c’entrano molto col mio.
Quando mi va bene, il mio interlocutore pensa subito a Nicole Kidman nell’omonimo film, che è avvincente, per carità, ma molto lontano dalla realtà di tutti i giorni.
Più che agli intrighi internazionali, noi interpreti siamo abituati a slide consegnate all’ultimo minuto e accenti improbabili… ma dei nostri superpoteri parleremo in un altro momento.
Scrivo sull’argomento perché mi rendo conto che tante persone non si accorgono di aver bisogno di questa figura o addirittura si vergognano di ammettere di dover ricorrere a qualcuno che li aiuti a esprimersi e a capire.
Questo blog nasce per spiegarti che in molti contesti l’interprete serve, e tanto, perché risolve un problema vero: quello della comunicazione.
Scrivo perché voglio aiutare chi cerca un’interprete a capire come lavorare con noi. Giuro che è più facile di quanto sembri. Non lasciarti intimorire dal dover indossare una cuffia, non morde mica!
E poi, per lavoro riporto i pensieri altrui e faccio da tramite; qui voglio dare voce alla mia categoria e alla mia esperienza (e non sai quanti aneddoti avrei da raccontare!)
Scrivo anche perché mi piace parlare e quando spiego cosa faccio, spesso mi trovo a dire che sono “la traduttrice che parla”.
Ho deciso di scrivere questo blog perché faccio l’interprete, perché penso che sia il lavoro più bello del mondo e perché penso che anche tu debba conoscerlo.
Ti racconterò cosa può fare un’interprete per te, per quale motivo può esserti davvero utile e come puoi trarne il massimo vantaggio.
Intanto, raccontami nei commenti cosa pensi faccia davvero l’interprete e seguimi la settimana prossima per scoprire tutta ma proprio tutta la verità!