
Torna la rubrica delle interviste con i professionisti e oggi sono felice di condividere con te l’esperienza di Chiara Bartolozzi, fondatrice di OneSec Translation ed interprete specializzata nella mediazione del credito (oltre che una mia carissima amica! <3).
Il settore della mediazione del credito è molto particolare e specifico, per questo ho pensato che potesse essere interessante conoscere la sua esperienza e i suoi consigli. Buona lettura!
Ciao Chiara, raccontaci un po’ chi sei e cosa fai.
Ciao a tutti! Ciao Giulia. Prima di tutto, grazie infinite per avermi invitata proponendomi questa mini-intervista. È davvero un onore e un piacere partecipare alla tua rubrica. 🙂 Spero di poter apportare un contributo utile per chi ci legge.
Sono traduttrice, interprete e creatrice di contenuti per il web. Ho un amore folle per la lingua inglese e la cultura orientale. Forse qualcuno mi conosce grazie al mio brand One Sec Translations.
Ho una laurea in Mediazione Linguistica e lavoro come libera professionista dal 2012.
Il mio viaggio nel meraviglioso mondo della traduzione e delle lingue straniere è iniziato nel 2007 quando ero una delle collaboratrici dell’Ufficio stampa dello Sferisterio di Macerata, la città dove vivo; infatti la mia prima esperienza è stata a contatto con la stampa estera.
Dopo di che ho lavorato per settori diversi dirottando la mia attenzione verso turismo, meccanica e automazione, calzatura e design. Attualmente sto collaborando con un’agenzia di intermediazione creditizia qui nelle Marche.
Lavori spesso in un settore molto particolare, quello della mediazione del credito: ti occupi di traduzioni legate ai documenti necessari per ottenere un finanziamento per l’acquisto di immobili situati in Italia da parte di clienti esteri, e dell’interpretazione degli stessi documenti durante le stipule.
Puoi spiegarci come funziona il lavoro in questo settore, e quali sono le differenze con quello dell’intermediazione immobiliare?
Lavoro con un’agenzia, dove ho la possibilità di affiancare gli amministratori e i colleghi, che sono mediatori del credito. La squadra si occupa della parte relativa al finanziamento ma non alla gestione degli immobili.
La figura che ricopro è quella di traduttrice della documentazione anagrafica e reddituale di cui la banca ha bisogno nel momento in cui esamina e valuta la fattibilità della richiesta presentata dal cliente.
Inoltre, in fase di chiusura dell’intera procedura, si ricorre alla traduzione dei contratti previsti dall’accordo preso (compravendita, mutuo, procura, ecc.) che sono necessari al momento della stipula.
In qualche occasione mi sono anche occupata di intermediazione immobiliare per clienti privati che avevano bisogno di una figura che si occupasse della pratica. In quei casi, sono stata contattata direttamente dal cliente che mi ha chiesto assistenza: avevo contatti anche con l’agenzia immobiliare e la persona che si occupava della trattativa non conosceva bene l’inglese, per cui ha avuto bisogno che spiegassi agli acquirenti alcune delle procedure e parte della documentazione necessaria per procedere.

Come hai fatto a specializzarti in questo settore molto tecnico?
Diciamo che mi sono specializzata sul campo.
Per alcuni anni ho avuto modo di collaborare con un’agenzia di traduzioni americana per cui mi occupavo di traduzioni legali (traducevo brevetti, contratti, documenti anagrafici, estratti di matrimonio, altri certificati vari in inglese, spagnolo e cinese).
In seguito, nel 2016, ho avuto la possibilità di lavorare in un paio di occasioni come interprete per l’Agenzia marchigiana che si occupa di intermediazione creditizia con cui collaboro attualmente. Attraverso questa opportunità lavorativa ho potuto implementare la ricerca e lo studio che avevo già iniziato relativamente al settore.
Un paio di anni dopo, la stessa Agenzia ha dedicato un ramo della sua attività alla mediazione per clienti che hanno residenza e redditi all’estero e sono intenzionati ad accendere un mutuo su un immobile che si trova sul territorio nazionale. Sono stata ricontattata e da un paio di anni collaboro attivamente con i mediatori e gli altri membri dello staff che mi hanno instradato e mi aiutano quando non ho chiari alcuni concetti, o se ci sono richieste particolari a cui occorre trovare una soluzione.
Ci puoi raccontare come funziona l’iter dell’interpretazione nel settore della mediazione del credito?
La figura dell’interprete quando si parla di mediazione creditizia è particolarmente importante in fase di chiusura delle trattative, quando si firma il contratto di finanziamento.
In agenzia, i broker che si occupano delle pratiche estere parlano tutti fluentemente la lingua inglese, per cui il cliente è seguito direttamente nella sua lingua madre (per semplicità indico solo l’inglese, ma lavoriamo anche con tedesco, francese, spagnolo, olandese e russo).
Per richiedere un finanziamento, la banca ha bisogno dei documenti personali e reddituali del cliente in lingua italiana proprio come farebbe nel caso di una pratica completamente svolta in Italia. Perciò nella prima fase, quella dove la banca valuta la pratica e la solidità finanziaria dei soggetti che presentano la richiesta, si traduce la documentazione idonea a completarla.
Contestualmente, l’eventuale agenzia immobiliare provvede a fornire tutti i documenti relativi all’immobile, si effettuano la perizia relativa alla proprietà e gli altri adempimenti necessari.
Quando e se la banca invia la conferma per procedere con l’operazione, si passa all’organizzazione della stipula di fronte a un notaio, che sarà scelto in base alle necessità del caso.
A questo punto occorre tradurre i documenti richiesti per finalizzare l’operazione, che possono essere compravendita, mutuo, tutti i vari ed eventuali allegati necessari per procedere oppure le procure – quest’ultima eventualità si presenta qualora i clienti non fossero in grado di essere presenti al momento della firma del contratto e il caso specifico permetta la presenza di un terzo soggetto che agisca facendo le veci dei clienti.
I documenti tradotti andranno poi letti dal traduttore/interprete e firmati dallo stesso al momento della stipula, perché è necessario che si attesti la veridicità di quanto tradotto confermando che il contenuto in lingua sia conforme all’originale in italiano.
Lavorare in questo settore comporta anche una grande responsabilità, poiché si gestiscono informazioni delicate e personali, e transazioni di somme importanti. Come fai per gestirla al meglio senza farsi prendere dal panico?
Quando si tratta di tradurre o interpretare (leggere, commentare e rispondere a eventuali domande) la documentazione specifica richiesta in operazioni delicate come la sottoscrizione di un finanziamento oppure la documentazione legale (ad es. i contratti di compravendita o i mutui), è necessario procedere con la legalizzazione o l’asseverazione della traduzione.
Il tutto deve essere sempre certificato e vidimato dal tribunale. Nessuna operazione in doppia lingua può essere portata a termine senza che ci sia un’ufficialità della documentazione prodotta.
Il livello di responsabilità è indubbiamente molto alto, perché è il traduttore/interprete – che firma le traduzioni – a rispondere di qualsiasi eventuale inadempienza. Un minimo errore di distrazione può mettere a rischio un’intera operazione.
Per gestire il tutto al meglio occorre essere molto precisi, pazienti e attenti. Informarsi sulle richieste effettive del cliente, sulle normative e le condizioni esistenti al momento delle sottoscrizioni dei contratti.
È fondamentale informarsi con regolarità nei portali e sui siti che trattano argomenti legati a economia e finanza (il sito de Il Sole24Ore mi è stato molto utile in più di un’occasione) e tenersi costantemente aggiornati.
Inoltre, studiare, studiare, studiare ogni caso nel dettaglio per non incappare in brutte sorprese. Cercare di richiedere tutte le informazioni tempestivamente e in anticipo – possibilmente a chi lavora nel settore o, come nel mio caso, ai colleghi che gestiscono personalmente ogni passaggio della mediazione.
Il mercato di ciascun Paese ha le proprie peculiarità; trovi difficile spiegare alcuni concetti e passaggi alle controparti straniere?
Non mi occupo direttamente di questo tipo di problematiche, perché i broker con cui collaboro gestiscono personalmente tutte le pratiche. Sono loro a indicare ai clienti come funziona la procedura e quanti e quali siano gli step da seguire per poter accedere ai finanziamenti.
Nonostante questo, sicuramente le problematiche che si riscontrano più spesso sono quelle relative alla burocrazia. In linea, generale, all’estero il processo è molto snello, perciò quando i clienti si trovano di fronte a settimane di attesa per ricevere un riscontro o devono prendere parte alla stipula di fronte al notaio non sono sempre entusiasti della cosa e non comprendono come mai occorra tutto questo “lavoro”.
Talvolta anche avere la presenza fisica in Italia dei soggetti coinvolti per aprire il conto può diventare un problema soprattutto per i viaggi e considerando la situazione attuale nel mondo.
A fare da contraltare, è importante però ricordare che c’è un aspetto molto positivo relativo a tutta questa ufficialità e al formalismo e cioè che, specialmente nel settore immobiliare, il tutto si traduce in una maggiore garanzia per i clienti.
Infatti, la particolare cura e la formalità sono infine ripagate quando i clienti arrivano in fondo all’intera operazione rassicurati e soddisfatti. E, soprattutto, perché solitamente in agenzia vengono proposte una serie di soluzioni per facilitare ognuna delle fasi a cui accennavo prima e metterli quindi a loro agio. Indubbiamente si tiene sempre conto della lunghezza e della complessità dell’intero iter.

Quali consigli daresti a chi è alla ricerca di un’interprete per questo settore?
Assicurarsi che ci sia un minimo di esperienza pregressa.
Specialmente trattandosi di linguaggio legale, può capitare che parte della terminologia possa essere fraintendibile. Quando si parla di rendere in un’altra lingua un concetto legato alla normativa di uno specifico Paese è importante che ci siano i giusti riferimenti e che tutti i soggetti che fruiranno della documentazione siano in grado di accedere al testo e alle condizioni che sono definite al suo interno.
Il “legalese” può essere molto ostico, perciò consiglio di affidarsi a un professionista che sappia interpretare in maniera semplice i concetti e rassicurare il cliente con un linguaggio chiaro.
E infine, la domanda che faccio a tutti.
Secondo te, cosa fa di un interprete un bravo interprete?
L’accuratezza nella gestione di ogni incarico come se fosse sempre il primo e il più importante. Un bravo interprete non dà mai nulla per scontato e non si basa solamente su ciò che ha già appreso. Certamente l’esperienza pregressa è la base per impostare un lavoro di alta qualità, ma affrontare con umiltà ogni incarico è fondamentale, perché ogni nuova esperienza porta con sé una dose più o meno grande di lezioni utili per il futuro.
Poi c’è lo studio del caso concreto. Senza sfociare nell’ossessione per ogni minimo dettaglio, è bene creare un piccolo glossario e ripassarlo per rinfrescare i termini più complicati e appuntare i termini che sono peculiari per quello specifico incarico.
L’affabilità, la flessibilità e l’empatia. Che servono per riuscire a entrare in sintonia con il cliente o – come spesso accade – con i clienti, perché si ha a che fare con più persone che ricoprono più ruoli diversi lungo tutto il procedimento, dalla scelta dell’immobile alla firma finale. Credo sia abbastanza semplice intuire che quando i soggetti coinvolti sono vari, anche l’interprete deve essere in grado di adeguarsi al contesto. Ma – c’è sempre un “ma” – deve anche imparare a porre dei confini. Può capitare che subentrino inconvenienti o ci siano degli imprevisti.
È sempre utile avere a disposizione una riserva di fermezza per mantenere il proprio spazio e definire il proprio ruolo in modo da essere in grado di gestire eventuali situazioni extra e non perdere il controllo della situazione.
Grazie mille Chiara per aver condiviso con noi delle informazioni preziose su questo settore!
Chi è Chiara
Architetto delle parole, sono traduttrice da inglese, spagnolo e cinese e interprete di consecutiva e
trattativa con l’inglese come lingua franca.
Impazzisco per l’accento British e ho una passione sconfinata per la cultura orientale. Social qb, oscillo tra il
nerd e il geek in base alle giornate. Spesso tra una traduzione e l’altra mi diverto a condividere giochi di
parole e battute – che mondo sarebbe senza un po’ di sano humor?
Per capire un po’ il mio essere poliedrica, questi sono i canali dove potete trovarmi:
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In questo periodo mi sto anche dedicando alla versione 2.0 di un progetto che si chiama “ILDC – Italian
Luxury Design Craftsmanship” – nato nel 2013 e lanciato online nel 2016 – che riguarda la promozione del
made in Italy di lusso allo scopo di incontrare le esigenze del cliente estero interessato ai prodotti italiani
del settore arredamento e all’idea del vivere gli spazi in maniera armoniosa e appagante.
Per capire di cosa si tratti potete visitare la pagina Facebook, mentre il sito sarà disponibile a breve.