Nel mondo degli eventi, noi interpreti siamo solo una delle figure che si prodigano affinché tutto fili alla perfezione, e spesso siamo aiutati dal supporto di bravi project manager.
Per questo secondo appuntamento con le interviste con i professionisti dell’interpretazione (qui trovi la prima), ho deciso di fare qualche domanda a una bravissima project manager con cui ho avuto il piacere di lavorare, per sapere quali sono le difficoltà del lavoro da PM e come è possibile instaurare una collaborazione proficua tra interprete e cliente.
Ciao Martina, raccontaci un po’ chi sei.
Ciao Gulia, grazie per l’invito! Sono una ragazza ligure con una formazione accademica in interpretazione di conferenza ed esperienza lavorativa nel settore della gestione di sevizi linguistici ed eventi. Dopo aver passato quasi cinque anni nel Regno Unito, al momento vivo a Bruxelles, il cuore pulsante dell’Unione Europea.
Hai esperienza del mondo dell’interpretazione da diversi punti di vista e in vari contesti, compreso quello pubblico in UK e il mercato privato internazionale.
Quali sono le criticità nel gestire gli interpreti in ciascuno di questi ambiti?
Conoscere le differenze fra i vari servizi di interpretazione richiesti dai propri clienti è fondamentale per poter gestire al meglio ogni incarico, e di conseguenza gli interpreti. Per esempio, anche all’interno de settore pubblico nel Regno Unito ci sono differenze sostanziali, in particolare nelle tariffe del mercato e nella durata degli incarichi. Ma non solo, esistono ulteriori differenze anche a seconda del tipo di procedimento legale per cui l’interprete è richiesto – per esempio, i servizi cambiano considerevolmente se abbiamo a che fare con casi di diritto di famiglia o di diritto commerciale.
Nessuna richiesta è uguale all’altra, e per essere in grado di gestirle tutte è fondamentale sia saper ascoltare attentamente le necessità del cliente, sia confrontarsi con i propri fornitori, gli interpreti, in modo da proporre la soluzione migliore caso per caso.

Dacci un consiglio da insider: su cosa ti basi quando devi selezionare un interprete?
Il rapporto qualità-prezzo non può non essere citato come primo fattore.
Un buon cliente di solito conosce le tariffe del mercato locale e diffida di preventivi molto inferiori o molto superiori a esse; queste tariffe,
però, devono ovviamente andare di pari passo con una qualità del servizio eccellente.
Allo stesso tempo entrano in gioco altri fattori: il settore di specializzazione dell’interprete è sicuramente uno di questi. A seconda della modalità di interpretazione richiesta, dell’argomento o di altri requisiti del cliente, è fondamentale scegliere l’interprete con l’esperienza più adatta per la buona riuscita dell’incarico. Mi sono più volte trovata in situazioni in cui un interprete ha preferito consigliarmi un collega più specializzato di lui/lei in un determinato settore (per esempio legale o farmaceutico), piuttosto che accettare un incarico per cui non si sentiva abbastanza preparato/a.
Questo è un comportamento che dimostra grande professionalità e contribuisce a instaurare un rapporto di fiducia e rispetto tra le due parti.
Avendo lavorato in agenzie in cui ricevevo spesso richieste per incarichi urgenti (specialmente in ambito medico), mi sento anche di menzionare quanto sia importante essere facilmente raggiungibili via e-mail o via telefono, in caso il vostro cliente abbia bisogno di una risposta celere riguardo alla vostra disponibilità.
Secondo te, cosa fa di un interprete un bravo interprete?
Senza dubbio la preparazione sia accademica che sul campo sono fondamentali. Ottenere un titolo di studio idoneo e continuare a esercitarsi regolarmente sono condizioni imprescindibili per la buona riuscita di
qualsiasi incarico, da una giornata in cabina a un breve appuntamento medico.
Tuttavia, un cliente tende sempre ad apprezzare altre caratteristiche come la capacità di adeguarsi a diversi tipi di situazioni (e conseguentemente l’applicazione di tariffe appropriate) o le conoscenze informatiche, specialmente visto che i nuovi sistemi di interpretazione da remoto stanno prendendo sempre più campo, soprattutto in questi ultimi tempi, alla luce della situazione attuale.
Ultimo ma non meno importante, il lato uman dell’interprete: tenere a mente che al di là dello schermo, che sia un’agenzia o un cliente diretto, c’è una persona con cui si può instaurare un rapporto di fiducia reciproca e collaborazione.
Hai una formazione da interprete di conferenza ma hai anche completato un Master in direzione eventi.
Cosa ti ha portata a scegliere questa strada?
Sia nel corso della mia formazione accademica che durante la mia prima esperienza lavorativa, mi sono resa conto che sviluppare una conoscenza nella gestione degli eventi avrebbe facilitato il mio lavoro quotidiano di organizzazione dei servizi di interpretazione.
Questi ultimi sono parte integrante dell’evento stesso, che si tratti di una conferenza internazionale o di una piccola riunione aziendale. Comprendere la logistica dietro un evento mi ha aiutato molto a capire meglio sia il ruolo dell’interprete sia altri dettagli tecnici, come la gestione dei servizi audio e video o l’installazione delle cabine e dell’attrezzatura per la simultanea.
Puoi raccontarci qualcosa in più sul lavoro che hai svolto da tirocinante per la UE?
Ho recentemente svolto un tirocinio nel dipartimento che gestisce conferenze e servizi di interpretazione presso una delle istituzioni europee a Bruxelles.
Questa esperienza ha rappresentato per me un grande arricchimento personale e professionale, in quanto ho avuto modo di conoscere la realtà dell’interpretazione di conferenza presso le istituzioni europee, un sogno nel cassetto di molti professionisti del settore.
I miei compiti spaziavano dall’assistenza in loco durante conferenze istituzionali di alto livello all’organizzazione di eventi (conferenze, seminari, workshop) per i miei colleghi tirocinanti, oltre a svolgere funzioni di supporto amministrativo del dipartimento che si occupa del reclutamento di interpreti per l’istituzione stessa.
Sono stati mesi molto impegnativi e mi hanno lasciato un bagaglio di conoscenze che sicuramente si riveleranno utili per la mia carriera futura.
Qual è il consiglio che vorresti dare agli interpreti?
Al giorno d’oggi, i rapporti tra interprete e cliente sono per lo più virtuali – e-mail, interpretazione da remoto, eccetera.
Quando e se ne avrete occasione, cercate di instaurare un rapporto più “umano” con il vostro cliente. Che sia andarlo a trovare in ufficio, incontrarsi a un evento del settore o inviare un biglietto di auguri di Natale, non potrete che giovarne entrambi.
Ringrazio Martina per la sua disponibilità e per le informazioni preziose che ci ha fornito: sono sicura che risulteranno interessanti per gli interpreti e anche per chi lavora con loro.
Conoscere le altre prospettive di questo mondo è sempre un arricchimento!
Martina Giannarelli è nata a La Spezia, ha ottenuto una laurea triennale in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Pisa. Ha poi deciso di proseguire i suoi studi in Inghilterra, dove ha ottenuto una laurea magistrale in interpretazione di conferenza e traduzione presso la University of Leeds. Per oltre quattro anni ha lavorato a Londra in aziende che si occupano di fornire servizi linguistici a livello internazionale.
Al momento vive a Bruxelles, dove ha approfondito la sua conoscenza del settore dell’interpretazione e dell’organizzazione di conferenze internazionali grazie a un tirocinio presso una delle istituzioni europee.
Tra i suoi interessi personali ci sono l’apprendimento di nuove lingue straniere (deformazione professionale?), l’arte e il disegno.