Viaggio spesso in treno e lo trovo un ottimo luogo per concentrarsi (sto scrivendo questo post proprio su un treno per Roma). Il mese scorso stavo leggendo del materiale per un incarico e il ragazzo seduto accanto a me, pensando che fossi una studentessa, mi ha chiesto che facoltà frequentassi. Gli ho spiegato che in realtà studiavo per lavoro, perché sono interprete e lui mi ha detto “ah, ma allora fai un sacco di soldi!”.
Come vi dico spesso anche sui social, il mio lavoro è splendido ma non è tutto glamour e jet set, anzi!
Se chiedi a un interprete qual è la sua tariffa a giornata, probabilmente penserai che si tratti di una somma niente male per otto ore di lavoro, ma ti sei mai chiesto cosa c’è davvero dietro al prezzo di un interprete di conferenza?
Per prima cosa, le ore effettive di lavoro il giorno dell’evento, ma non solo.
Per arrivare pronta all’incarico, devo conoscere a fondo l’argomento e dunque leggere e informarmi sulla materia, magari con il materiale fornito dal cliente (ma spesso arriva all’ultimo minuto e ci si arrangia come si può).
Durante lo studio, annoto le parole chiave, quelle che proprio mi stanno antipatiche, quelle nuove e tecnicissime di cui non conoscevo il significato e compilo un glossario, che può andare dall’elenco bilingue di parole a corpus più complessi con definizioni, abbreviazioni, immagini ed esempi di vario tipo.
Se possibile, leggo la biografia delle persone con cui avrò a che fare, perché non si sa mai quale nome o evento personale decideranno di raccontare ed è sempre meglio farsi trovare pronti. Poi vado a scoprire come parlano: accento, modo di esprimersi, stile, velocità di eloquio ed eventuali difetti di pronuncia sono utilissimi da conoscere in anticipo, per poi poterli gestire nei momenti più concitati in cabina. Quest’ultimo passo è fattibile se si tratta di persone che tengono conferenze o interviste spesso, in modo da poter reperire dei contenuti online; altre volte è più complesso trovare questo tipo di informazioni, ma tentar non nuoce!
Ultima ma non meno importante, l’esercitazione nelle diverse tecniche interpretative: come dicono gli anglosassoni, l’esercizio rende perfetti (o quasi) e quando si è professionisti si deve sempre offrire il meglio.
La tariffa della giornata di interpretazione comprende quindi le ore effettive di lavoro + almeno un’altra giornata di lavoro preparatorio + la competenza di un professionista in grado di offrire una qualità ottimale; le ore extra, spese di viaggio e spostamento, alloggio, diaria e altro sono da calcolare a parte, così come l’INPS.
Se poi pensi che quasi metà dell’importo finisce in tasse (perché un professionista fa sempre la fattura!), ti rendi conto che effettivamente una tariffa base come la mia è un prezzo più che equo.
Ti immaginavi che dietro un semplice “siediti e parla” ci fosse così tanto lavoro? Hai dei dubbi?
Raccontami tutti nei commenti!